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Aspettando Sanremo, il revival di Ciacci

Quattro chiacchiere con il costumista che ha firmato 9 edizioni del Festival

Per entrare in clima Sanremo, chi meglio di Giovanni Ciacci, costumista per ben nove volte del Festival della canzone italiana? Dato che i dietro le quinte dell’Ariston non hanno segreti per lui, abbiamo voluto interpellarlo sulle questioni di look delle star: ci ha risposto con la sua solita ironia sorniona e un po’ cattivella…

Ciacci, che Sanremo sarà questo del 2018?
Sicuramente Baglioni ci darà grosse sorprese a livello mediatico, per via del duetto con un personaggio molto famoso.
Io ho amato molto i Sanremo di Carlo Conti. Questa volta sto a guardare, apetto: la cosa che non mi convince è che ci siano solo quattro donne, perché sanremo dev’essere metà donne, metà uomini!

Quante volte hai lavorato a Sanremo?
Io ho firmato 9 Sanremo: due con Antonella Clerici (2005 e 2010), uno con Fabio Fazio, uno con Orietta Berti (1999). Poi ho seguito Loredana Bertè… Un Sanremo da “vera diva”? Quello con Valeria Marini (1997): mi sono molto divertito con Valeria…

Raccontaci qualche aneddoto
L’esperienza più divertente è stata quando mi hanno rubato in treno i vestiti di Orietta Berti. Lei faceva il Dopofestival. Io dormivo in wagon-lit con Don Lurio: ci hanno narcotizzato e hanno portato via i vestiti di Orietta. E lei ha fatto tutto il festival con le spille dietro!

Incidenti dietro le quinte?
Vi ricordate il famoso vestito rosa della Clerici? Io ero sotto per allargare la gonna. Mentre si apriva il sipario, io sono sgattaiolato fugacemente da dietro. Antonella ancora oggi me lo ricorda!
Quell’abito rosa, stile “Via col vento” di Antonella Clerici, nessuno lo voleva, nemmeno lei: sono stato io a impormi. Pensa che lo stilista Gai Mattiolo non voleva realizzarlo perché lo trovava eccessivo e troppo colorato. Quell’abito oggi è storia della Tv.

Cosa ci dobbiamo aspettare dai look di Sanremo?
Mi aspetto tanto da i look degli uomini! Spero di non vedere la solita parata nero-blu, blu- nero, nero-blu, blu- nero: perché se nò sarà una noia mortaleeeee…

Quando un outfit può definirsi azzeccato?
I look devono strabiliarmi, colpirmi. Non dev’essere un vestito fine a se stesso: ogni abito deve avere un’idea. A Sanremo vincono le idee, non i vestiti e le canzoni.

Come sarà Michelle Hunziker?
Spero che porti il glamour sul palco di Sanremo. La Hunziker non è proprio tra le donne meglio vestite d’Italia quindi non so cosa potermi aspettare…

Favino?
Lo preferisco in mutande.