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Come l’uomo sulla Luna ha ispirato la moda

Dalle sfilate di André Courrèges ai Moon Boot: cinquant'anni di fashion spaziale

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“Non voglio mica la Luna”, cantava Fiordaliso nel 1983. Lei no, anche perché per allora la conquista lunare era già stata fatta da un pezzo, ma negli anni Sessanta del Novecento il resto del mondo la desiderava eccome. Sono passati cinquant’anni da quando, il 20 luglio 1969, l’americano Neil Armstrong ha messo per la prima volta piede sul satellite della Terra ma il mito non accenna a scemare.

Da oltre mezzo secolo grandi e piccini sono affascinati dall’uomo nello spazio ed in particolare l’idea dell’uomo sulla Luna racchiude in sé un misto di romanticismo e leggenda. L’allunaggio è diventato negli anni anche fonte di grande ispirazione per il mondo della moda.

Già nel 1964 André Courrèges aveva presentato la collezione Space age, portando in passerella mannequin con mini abiti e body aderenti fatti con materiali sintetici, plastica e vinile per tubini lunari, portati con stivali bianchi. Le moon girls dello stilista sfoggiavano parrucche color argento, occhiali da sole ridotti a fessure, caschi, stivali.
Qualche anno dopo Paco Rabanne sfila con abiti creati con materiali come alluminio, plexiglass, fibre ottiche. Una scelta che provoca sconcerto perfino in Coco Chanel: “Questo non è un sarto, ma un metallurgico”.
Sexy tute super aderenti, corte e audaci, tessuti dagli effetti metallici, anche lo stile Barbarella, l’indimenticabile eroina galattica interpretata nel 1968 da Jane Fonda e vestita nel film da Paco Rabanne, è entrato nell’immaginario collettivo.

Come non citare i Moon Boot, gli iconici doposci ideati da Giancarlo Zanatta proprio nel 1969? Incuriosito dalle imprese galattiche dell’uomo, l’imprenditore si era ispirato agli stivali spaziali per creare i suoi modelli. E poi ancora Giorgio Armani, Louis Vuitton, Emilio Pucci: tutti a rincorrere la Luna. Nella nostra gallery trovi cinquant’anni di moda spaziale.