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Sanremo: la vera gara è tra i look meno riusciti

All'Ariston mantelli, giacche fiorate, apparecchi ai denti e pantaloni da tuta

Sanremo 2015 3 serata Arisa abito Daniele Carlotta Raf abito John Richmond Nina Zilli abito Vivienne Westwood

Non è certo la prima volta che al Festival di Sanremo si parla più di look che di canzoni. Ecco una carrellata di outfit sbagliati e azzardati.

Ad aprire il dibattito è stata sicuramente Arisa nell’inedita versione di valletta. I particolari abiti di Daniele Carlotta che hanno in passato valorizzato il fisico mozzafiato di Belen Rodriguez, addosso alla cantante sono stati più che criticati. Tra fiocchi eccessivi, trasparenze pericolose per il suo abbondante décolleté e colori non azzeccati, il peggiore è arrivato per la terza serata: un divertente abito a metà tra la pop art e il burlesque con ampia gonna di raso e stampa a fumetto sul davanti. Effetto paralume, in nero.
Abiti piuttosto larghi per Malika Ayane in Albino. Lei aveva anticipato che avrebbe “provato a essere minimalista. Cerco semplicità e geometria. Non sarò vestita come un becchino ma avrò anche qualche colore”. Alla fine però a fare “tendenza” è l’apparecchio per i denti della cantante, apprezzato da Carlo Conti e anche dal presidente degli ortodonzisti: indubbiamente poco elegante.

Peggior look maschile senz’altro per Raf che, forse in polemica con un palco senza fiori nonostante ci si trovi in Riviera, ha deciso di indossare un completo di raso con rose rosse stampate di John Richmond. Ma spezziamo una lancia in suo favore: si è trattato quantomeno di un completo a tema, dato che l’esibizione era sulle note di Rose rosse di Massimo Ranieri.
In fatto di cadute di stile non è da meno Biagio Antonacci. Ospite della seconda serata, con look Ermanno Scervino , Biagio “dimentica” i calzini: le caviglie nude a vista erano decisamente fuori luogo.
Outfit decisamente troppo informali per un evento come Sanremo per Marco Masini, con camicia nera fuori dai pantaloni sotto ad un gilet gessato, e per i tenori de Il Volo che per la prima sera hanno scelto un total look Armani con giacca di pelle e pantaloni da tuta.

Lascia perplessi anche la gonna bianca con papaveri di Platinette: meglio la sera precedente, con look maschile e papillon slacciato.
A sbagliare invece quell’esibizione è stata la sua compagna Grazia di Michele: un abito bianco e nero dal sapore quasi teatrale di Roberto Prili di Rado, con tanto di guanti lunghi di raso, che però non dona ad una donna bella ed elegante come lei.
Criticità sul palco dell’Ariston anche per Emma. Disprezzato dal popolo del web soprattutto il minidress di pizzo oro della terza serata, firmato Valentino, troppo stretto sulla parte superiore. Voci di corridoio dicono che l’abito incriminato sia stato acquistato all’ultimo momento a causa di un outfit mancante.

Gold style anche per Nina Zilli in Vivienne Westwood: la cantante soul ha sorpreso la platea con uno scenografico mantello di lamè da super eroe che tanto ricorda Diana Ross. “Un pezzo unico che riportava all’epoca della Motown” ha spiegato Nina, “quando nella musica e nella moda c’era una creatività unica. E poi a me piace giocare, non mi prendo mai sul serio”.
Ha destato commenti non del tutto positivi anche l’abito con gonna trasparente di Bianca Atzei che ha scelto il conterraneo Antonio Marras per le sue esibizioni al festival. “Mi sono fidata ciecamente di lui” ha spiegato la cantante, “ha voluto rappresentare la parte più selvaggia della Sardegna con le sue creazoni. I diversi colori rappresentavano la passione, la purezza e il romanticismo”. Peccato che i vestiti fossero troppo simili tra loro.
Look invece decisamente casual per Irene Grandi che sembra non voler fare i conti col tempo che passa: outfit da ragazzina ribelle del noto marchio toscano Pnp per Irene che avremmo preferito vedere vestita da donna.

Non si piega ai canoni di Sanremo Giovanni Allevi, salito sul palco dell’Ariston per eseguire Loving You con una dozzinale tshirt nera con una valanga di cuoricini rossi. Peccato che San Valentino fosse il giorno successivo.
Ma riesce a fare peggio Moreno, in fiinale: la sua giacca Dsquared2 lo rende più simile a un prestigiatore che a un rapper.