Affari e politica da sempre vanno a braccetto ma i rapporti equivoci tra l’amministrazione Trump e la Cina si stanno rivelando un gran pasticcio.
Gli elettori di The Donald speravano in un ridimensionamento della manifattura cinese in proprio favore, gli americani si aspettano anche un’intermediazione della Cina nella questione nordcoreana ma l’azienda di Ivanka Trump, lungi dall’interrompere i rapporti con fornitori cinesi in nome del tanto declamato “America First”, continua imperterrita a vendere scarpe prodotte dalla Huajian International nella controversa fabbrica di Ganzhou.
In sostanza nello stabilimento oltre a turni di lavoro eccessivi e paghe da fame non sarebbero inusuali insulti verbali ai lavoratori e violazioni dei diritti delle donne.
Il dipartimento di Stato americano ha chiesto spiegazioni al governo cinese riguardo i tre dipendenti attivisti arrestati a inizio mese per aver indagato sulle condizioni di lavoro nella suddetta fabbrica: gli è stato risposto che si tratta di una questione di competenza interna cinese.
L’azienda di Ivanka Trump interpellata sulla questione si è affrettata a dire che i loro fornitori devono rispettare le leggi internazionali e che avrebbero fatto luce sulla questione. Successivamente hanno dichiarato che avevano interrotto i rapporti con l’incriminata azienda a marzo.
Peccato che l’associazione di cui fanno parte i dipendenti arrestati dichiara di aver avvisato la Ivanka Trump direttamente. Oltretutto il Guardian ha rivelato che le tabelle di produzione rivelano rapporti ancora ben solidi, con ordini in attivo e consegne in questi giorni.
L’ultima puntata della questione: Ivanka Trump e suo marito Jared Kushner si recheranno in Cina quest’anno per una visita ufficiale. All’ordine del giorno solo le relazioni tra i due paesi o gli affari personali della figlia del presidente degli Stati Uniti?
