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Jennifer Lopez rifà la storia con il Jungle Dress

Versace riporta in passerella l'abito che vent'anni fa ispirò Google Immagini

MORSO DELLA VIPERA
Pericolosamente sexy
Come lo indossa
Un voto al colore
Non per tutti
10

IL NOSTRO GIUDIZIO
MFW Jennifer Lopez sfilata Versace Jungle Print Dress Grammy Awards 2000

Venerdì 20 settembre sulla passerella di Versace, durante la Milano Fashion Week, si è (ri)fatta la storia della moda. Donatella Versace ha voluto festeggiare i vent’anni della stampa Jungle Print in grande stile, ricreando un momento altrettanto iconico.

Chi non ricorda Jennifer Lopez nel 2000 accanto all’allora fidanzato Sean “Puffy” Combs (o Puff Daddy o P Diddy) sul red carpet dei Grammy Awards? Trasparenze, una scollatura esagerata ben sotto l’ombelico, gambe in mostra e una fantasia tropicale d’impatto contribuirono a rendere indimenticabile il Versace sfoggiato da JLo. Milioni di persone andarono su internet per vedere Jennifer, facendo diventare quella ricerca la più grande che Google avesse sperimentato fino a quel momento. Tuttavia, ciò che la gente stava cercando – un’immagine della star e dell’abito – non compariva nei risultati delle ricerche e fu così che un vestito generò una tale frenesia nelle persone da entrare nella storia, ispirando il colosso di Mountain View a creare un nuovo strumento di ricerca: Google Immagini.

Due decenni dopo ed ecco che la maison ha voluto celebrare l’importante anniversario proprio durante la MFW, dove la stampa Jungle sfilò per la prima volta, avvalendosi dell’aiuto di colei che ha trasformato quella collezione in mito: Jennifer Lopez. “Ok Google, mostrami il vero jungle dress”, dice la geniale Donatella Versace fuori campo ed ecco che in passerella esce un’esplosiva Lopez. Fiera, audace, tonica, stupenda come allora ma con un’enorme sicurezza acquisita negli anni. Addosso ha ovviamente il Jungle Dress, rivisto e riproposto. Le braccia ora sono scoperte mentre il ventre è sapientemente celato da una cintura a vita alta. Il pubblico esulta, i social impazziscono e, questa volta, grazie a un “semplice abito” creato vent’anni fa, Google è in grado di affrontare perfettamente le ricerche.

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