yes

Raffaella Carrà icona gay, ecco perché

La rivoluzione dell'ombelico e una vita all'insegna di libertà, gioia e amore

Raffaella Carrà icona gay Tuca Tuca Vladimir Luxuria

A poche ore dalla morte di Raffella Carrà, colpisce l’ondata di affetto trasversale verso questa donna dello spettacolo. Tra i tanti messaggi, spiccano però, per trasporto e devozione, quelli della comunità gay che l’avevano assurta a icona. Addirittura bandiere rainbow listate a lutto, dispone Daniele Priori, segretario nazionale di GayLib.
Cos’ha fatto Raffaella Carrà per meritarsi tanta riconoscenza? “Morirò senza saperlo. Sulla mia tomba lascerò scritto: “Perché sono piaciuta tanto ai gay?”” era la risposta che la regina della televisione amava dare. Ma tutta la sua vita parla di libertà e orgoglio.

Raffella Carrà, cresciuta con una mente aperta

C’è la piccola Raffaella cresciuta da donne: la madre Angela Iris una delle prime a separarsi nel dopoguerra, la nonna Andreina rimasta presto vedova, la nurse inglese “severissima”. In questo gineceo la Carrà cresce con una mente accogliente e aperta. Una famiglia controcorrente nell’Italia bigotta del perbenismo, che voleva la donna dipendente dal marito.
E’ in questo clima familiare che Raffaella Carrà può permettersi di accedere al mondo dello spettacolo e veicolare, con naturalezza, l’uso del corpo, del ballo, dei costumi di scena. Non solo l’ombelico mostrato per la prima volta in televisione, che provocò scandalo e ammirazione, ma anche le canzoni che parlavano di amore, divertimento, sesso e libertà.
E poi tantissimi costumisti e amici omosessuali, che apprezzava e con cui si trovava a proprio agio, tanto da proteggerne, con pudore, l’identità: “Alcuni non hanno fatto coming out”.
Nel 2017 arriva il riconoscimento di “icona gay mondiale” al World Pride di Madrid.

Le canzoni che parlano di amore

Non c’è Pride in cui non siano stati intonati i brani di Raffaella Carrà, dal ritmo di “Fiesta” ai versi “Cuore Batticuore” di “Rumore“, al coinvolgente “Pazza, pazza, pazza su una terrazza” di “Ballo Ballo“. D’altronde tutta la sua produzione musicale inneggia all’amore e alla libertà. Partiamo dal “Tuca Tuca” del 1971, ballato con Enzo Paolo Turchi, invito esplicito a toccarsi e farsi toccare.

Raffaella Carrà icona gay Tuca Tuca Enzo Paolo Turchi
Le cover di Fiesta e Tuca Tuca

A far l’amore comincia tu” è un incoraggiamento per le donne a essere protagoniste e a mostrare i propri sentimenti nelle relazioni. “Fagli capire quello che vuoi”, canta una Raffaella femminista e sicura di sé. “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù. L’importante e farlo sempre con chi hai voglia tu” non ha bisogno di nessuna spiegazione. Nel testo di “Luca” (1978), poi, si affronta esplicitamente il tema dell’omosessualità citando un fidanzato che non si fa più vedere perché s’innamora di un altro uomo.

Il saluto della comunità lgbt

La dimensione del personaggio Raffaella Carrà come icona gay lo danno sicuramente le parole di coloro che questo mondo lo rappresentano, che hanno fatto della lotta per i diritti la propria ragione di vita.
La morte di Raffaella Carrà mi coglie impreparata, sbigottita, addolorata. La colonna sonora delle nostre feste e dei nostri Pride, i suoi look imitati da mille drag queen in tutto il mondo, il suo sorriso… farai ballare gli angeli…” scrive Vladimir Luxuria.
Per oltre cinquant’anni con la sua arte e la sua musica ha combattuto contro stereotipi e discriminazioni. Ha parlato al mondo di libertà e gioia. Finisce un’era, c’era ancora bisogno di lei. #miscoppiailcuor“, ha ricordato l’onorevole Alessandro Zan, promotore del disegno di legge contro l’omofobia.
Ricordo suo impegno civile, generoso, per i diritti, che l’ha resa icona della LGBT+ e per tante di noi, ragazze degli anni 70 che si avvicinavano al femminismo. Mancherà ma noi continueremo a sorridere e a ballare, libere, come lei è stata“, è il saluto della senatrice Monica Cirinnà che si è battuta per le unioni civili in Italia.
Raffaella Carrà icona gay lo era in assoluto per il suo personaggio divertente, brillante, ironico ma poi perchè non ha avuto remore a schierarsi esplicitamente con il movimento lgbt», ha spiegato Franco Grillini, ex parlamentare, fondatore del movimento gay in Italia e presidente onorario dell’Arcigay.

Related Posts