yes

Renzi e la cravatta a Tsipras: svelato il giallo

Ecco perché la creazione di Talarico è il dono perfetto per questa circostanza

MORSO DELLA VIPERA
Adatto per questa occasione
Un voto al colore
Edizione limitata
Personalizzato
8.25

IL NOSTRO GIUDIZIO
Matteo Renzi Alexis Tsipras cravatta Talarico

“Maledette malelingue” cantava Ivan Graziani. E forse in queste ore Matteo Renzi se la starà ripetendo nella mente guardando quanto veleno scorre sui social per il dono fatto al premier greco. E partiamo dal principio: Matteo Renzi regala una cravatta ad Alexis Tsipras. Una cravatta made in Italy in pregiata seta twill realizzata da un maestro del settore, Maurizio Talarico.

“A uno pieno di debiti non si regala una cravatta”, è il commento più diffuso e meno volgare che è subito girato sui social. Questo perché è ormai di uso comune il termine “cravattaro” quale sinonimo di usuraio. E invece no, cari serpentelli della Rete. La cravatta stavolta ci stava. Innanzitutto il valore simbolico dell’eleganza italiana: un prodotto di altissima qualità, realizzato a mano, di grandissimo valore (il costo varia dai 100 ai 170 euro).

In secondo luogo il tipo di cravatta: è quella del semestre europeo italiano. Matteo Renzi ne aveva fatte realizzare 650 da regalare ai ministri e ai capi di Stato in occasione della guida Ue spettata all’Italia fino allo scorso gennaio. Regalarla anche ad Alexis Tsipras era anche un modo per fargli capire come, per l’Italia, la Grecia è e sarà un elemento dell’Europa.

In terzo luogo è il simbolo di una promessa. Alexis Tsipras promette sostanza non solo forma. Le camicie le indossa senza cravatta, lo ha fatto anche in occasione del suo giuramento da premier (il giorno più importante della sua carriera politica?). Lo continua a fare in ogni occasione ufficiale. A Matteo Renzi però ha fatto la promessa: “Quando la Grecia avrà superato i suoi problemi sarà la prima cravatta che indosserò”. E tutti sperano che Alexis Tsipras ce la faccia, Matteo Renzi gli ha fatto un “nodo” per fargli ricordare la promessa. Alla faccia delle malelingue.