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Dettagli sexy e… fluidità: i look che hanno fatto storia a Sanremo

Dal tanga a vista ai dettagli genderless: sul palco dell'Ariston anche diritti e consapevolezza

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Sanremo specchio della società: l’evoluzione dei costumi del Belpaese s’intreccia con la moda all’Ariston. L’Italia libertina o benpensante s’interroga sugli outfit dei cantanti e il paese, volente o nolente, si adegua al cambiamento. Passi da giganti hanno fatto gli italiani: anno dopo anno, ascoltando le canzoni hanno svecchiato il guardaroba e acquistato consapevolezza.

Le pietre miliari

Anna Oxa Sanremo 1999 tanga nero
Anna Oxa nel 1999

Era il 1978 e un ironico Rino Gaetano si presentava sul palco dell’Ariston con tanto di cappello. Allora, a scandalizzare gli spettatori non fu il cilindro ma la parola “sesso” della sua ‘Gianna‘, pronunciata per la prima volta su quel palco.
Loredana Berté nel 1986 si presenta audacemente con un finto pancione sotto al vestito Versace. Nel 1991 furono Sabrina Salerno (in bikini) e Jo Squillo (in minidress) a spiegare agli italiani come si sentissero le ‘donne’ del periodo. Nel 1996 Marina Rei canta scalza, per prima.
Nel 1999 Anna Oxa scandalizza il pubblico di Sanremo grazie a un tanga a vista, con pantaloni a vita bassissima: è stata lei ad anticipare di 24 anni quello che adesso è un trend tra le influencer. Nel 2010 fu Dita Von Teese a fare rumore con una performance di burlesque che la vide restare seminuda e bagnata, coperta da esigui copricapezzoli.

Incidenti sexy

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Belen Rodriguez nel 2012

Patty Pravo, indiscussa regina del topless sanremese, riproposto con orgoglio, ha fatto storcere qualche naso tra i telespettatori. Ma i look vedo-non-vedo sul palco dell’Ariston sono gettonatissimi. Sono stati tuttavia alcuni capezzoli, fuoriusciti all’improvviso dai vestiti ricercati delle protagoniste dei Festival a far notizia: chi si ricorda quello di Ilary Blasi nel 2006 (sbirciatelo nella gallery)?
E poi come non citare lo spacco birichino dell’abito Fausto Puglisi di Belen Rodriguez, nel 2012: che fosse studiato o no, quel momento scopre il tatuaggio inguinale sdoganando la ‘farfallina’ come sinonimo di organo genitale femminile e segnando una delle pagine più memorabili della storia di Sanremo.

Attivismo 

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La Rappresentante di Lista nel 2021

Non solo frivolezze e nudità: al Festival c’è spazio anche per l’attivismo. Basti pensare all’arcobaleno che ha segnato l’edizione 2016: quasi tutti gli artisti lo hanno sfoggiato a difesa dei diritti civili. Tra i look indimenticabili c’è anche quello di Marcella Bella del 2005: dietro al tubino nero, la scritta ‘Uomo bastardo‘ era il titolo della sua canzone, ma anche un gesto di rivendicazione femminile.
Petali e disegni adornarono la testa di Giuni Russo nel 2003: la cantante stava combattendo la sua battaglia contro il cancro. Nel 2021 La Rappresentante di Lista ha mostrato i peli delle ascelle dipinti di fucsia, in pendant con l’abito: un gesto di libertà ed emancipazione.

L’estetica genderless

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i Maneskin vincono Sanremo 2021

Sono i look teatrali di Achille Lauro a segnare l’edizione di Sanremo 2020. Quattro personaggi all’insegna della provocazione (dalla tutina dorata al rossetto) e con un pizzico di blasfemia, il tutto con la complicità dell’allora direttore creativo di Gucci, Alessandro Michele. Il cantante ci riproverà l’anno seguente, ma il pubblico premierà stavolta il rock emancipato dei Maneskin. Il gruppo ha letteralmente spiazzato l’Ariston in un crescendo di outfit ricercati e in pendant che mescolavano corsetti (ormai non più) femminili a pantaloni di pelle, senza tralasciare ricami, trasparenze e animalier.

2022: il Sanremo “fluido” 

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2022: Drusilla Foer

Il 2022 segna un cambio sostanziale nell’estetica sanremese: a fare scalpore non sono più i dettagli sexy, l’ostentazione o la provocazione. La fluidità è la nuova normalità e sono proprio gli uomini a dimostrarlo. Le camicie trasparenti Valentino di Blanco regalano alla finale una ventata di leggerezza. Sono in tanti a puntare su particolari storicamente femminili sdoganandoli senza intenti trasgressivi: Mahmood sceglie la giarrettiera, Irama ha i capelli intrecciati, Sangiovanni lo smalto sulle unghie. A confermare il trend inarrestabile ci pensa l’acclamatissima ospite, la nobildonna toscana Drusilla Foer, con i suoi abiti classici e sartoriali.

SANREMO 2023
I look degli artisti in gara
Dettagli strani all’Ariston
Paola Egonu senza tacchi
Chiara Ferragni: gli abiti “parlano”